foto di Chiara Pasqualini MUSA
“Hanno dato una bella scartavetrata alle superfici di legno della sala Santa Cecilia” è uno dei commenti più divertenti e condivisibili ascoltati al termine del concerto di martedì primo ottobre per il ritorno degli Einstürzende Neubauten a Roma.
A onor del vero l'Auditorium Morricone negli anni ne ha viste di scosse telluriche musicali, a cominciare proprio da un live di Nick Cave oltre dieci anni fa che danzava sulle teste della platea sulle spalliere delle poltrone rosse in un meraviglioso live incendiario.
Citiamo il mitico king ink Cave perchè come sanno bene gli amanti della buona musica il leader dei berlinesi Blixa Bargeld faceva parte proprio del primo nucleo dei Bad Seeds la band per tanti anni a supporto del rocker e songwriter australiano.

Ma andiamo al focus di questo articolo che è il meraviglioso live romano di Blixa Bargeld e soci che ha segnato il ritorno nella capitale della leggendaria band di Berlino. Band che sta portando live il nuovo disco Rampen (apm: alien pop music) e ad oggi è composta – oltre che da Bargeld – da altri due membri storici, N.U. Unhruh, e Alexander Hacke, e da Jochen Arbeit con Rudolph Moser, nella band dal 1997, e Felix Gebhard, dal 2014 sempre in tour.
“Visti non so più quante volte, e mai una volta che non mi abbiano sorpreso e affascinato”.
“Live oltre le aspettative e le aspettative erano enormi!”
Sono altri commenti ascoltati a caldo da una platea di fan che ha seguito il concerto della band con l'attenzione e il coinvolgimento di una cerimonia arcaica e laica.
Una musica ritenuta difficile quella degli Einstürzende Neubauten, d'atmosfera, ruvida ed evocativa, che per molti può essere indigesta – forse - ma proprio per questo portentosa. Industrial music viene definita.
“Li vidi a metà anni ottanta - ci racconta un canuto fan con indosso una t-shirt dei The Smile di Tom Yorke - in una situazione dark mentre suonavano battendo traversine del tram, un martello pneumatico e chitarre ossessive, e rimanemmo ipnotizzati. Oggi a distanza di quarant'anni l'emozione non è cambiata ...”.

Tubi e rottami metallici, trapani elettrici, lamine rotanti, bidoni di plastica, seghe circolari, martelli pneumatici, scarti industriali e persino vibratori e blocchi di cemento armato vengono utilizzati dalla band durante le oltre due ore di vibrante live. Insieme, ovviamente, ad un basso che ad ogni tocco fa vibrare il cuore e lo stomaco come quello di Alexander Hacke membro storico dal 1980 nella band, esattamente cme N.U. Unruh che tra tamburi e strumenti speciali percuote tutto il possibile per dare corpo, ritmo ed essenza ai suoni ispidi della band.
Si inizia con Pestalozzi brano dall'ultimo disco. “A pair of quail egg scissors” ovvero “Un paio di forbici per uova di quaglia” canta in un verso Blixa.
“Io non riesco a capire cosa mi fanno sti 5 crucchi: sono praticamente più di 20 anni che fanno la stessa canzone ma la ascolterei all'infinito” è il primo commento durante il brano che arriva alle nostre orecchie.

“L’idea è nata da una foto in cui il pedagogista scozzese A.S. Neill – spiega Bargeld - è circondato dal caos e da tanti bambini, ed è ritratto seduto, calmo ed impassibile. Il bambino, secondo la teoria principale di Neill, è naturalmente orientato verso forme positive di comportamento. La natura che agisce in lui, l'energia interiore che ne sostiene lo sviluppoè il divino medesimo, che lo rende spontaneamente leale, creativo, equilibrato e felice. Si fa riferimento alle metodologie pedagogiche e nel brano – continua Bargeld in una recente intervista - ho cercato di ampliare questa immagine decantando una serie di elementi, o meglio elencando una serie di potenziali ingredienti. Per farlo mi sono avvalso della mia lista di acquisti su Amazon degli ultimi venticinque anni. Sono tutti oggetti che ho ordinato online, i più disparati!”.
Questi percorsi mentali, queste elucubrazioni, e la spiegazione del testo della canzone dalle stesse parole di Bargeld fa comprendere lo spessore e i livelli complessi della musica di questo fantastico intellettuale prestato alla musica più “strana”.

D'altra parte il nome del gruppo può essere reso in italiano con: «nuovi edifici che crollano», o, più precisamente, "cadenti nuovi edifici", dove "cadenti" è aggettivo, non participio presente. Con "Neubauten" (“nuovi edifici" in italiano) - come ci spiega (diolabenedica!) la sempre formidabile Wikipedia “ci si riferisce genericamente alle costruzioni edificate in Germania Ovest dopo il 1945, più economiche, più leggere e esteticamente meno pregevoli rispetto alle "Altbauten", ossia gli edifici pre-1945 (in larga parte pre-modernisti). Le neubauten costituiscono un elemento caratteristico delle città tedesche ricostruite dopo le massicce distruzioni causate dalla seconda guerra mondiale".
Antipop di matrice quasi aliena quella dei tedeschi, musica che è colonna sonora che evoca immagini nella mente, condita da potenti esplosioni di rumore che incontrano testi criptici. Un percorso, sonoro che è quasi teatro e – se fosse accompagnato da immagini proiettate dietro ai sei componenti della band – potrebbe anche essere metacinema.
Blixa Bargeld elegante e claudicante in un completo nero ed elegante, ma a piedi nudi catalizza l'attenzione da grande attore e sacerdote rock, di fronte ad un pubblico che è pronto a farsi trasportare lungo sentieri diversi, lontani anni luce dal “mainstream” con percorsi musicali molto severi e altamente drammatici, quasi lirici.

Uno spettacolo meraviglioso insomma quello degli Einstürzende Neubauten che sembra nuovo e innovativo anche se da oltre 40 anni non lo è, ma paragonato a quello che oggi offre il mainstream musicale lo diventa.
Perché orecchie assuefatte al mediocre potrebbero “assaggiarli” per accorgersi di essere ancora vive.
Atmosfere quasi da teatro horror, granguignolesco quelle che crea la voce di Blixa, con il basso che vibra, con i graffi sonori, i rumori, il synth, i tappeti di tastiere, in una sequenza che propone una dietro l'altro il singolo del nuovo album i brani Ist Is e Wedding, e poi Grazer Damm del 2020 per poi tornare all'ultimo lavoro con Isso Isso altro brano portante estratto dal disco. Doppio bis dei sei dopo oltre 130 minuti con Let's do it DaDa, Allem in Allem, Susej, Bessere Isses e il gran finale con Redukt e le sue parole lapidarie quasi un manifesto della musica degli Einstürzende Neubauten:
“Come se la musica fosse nello schema elettrico della radio/c'è qualcosa di superfluo o di solido che può essere strappato via.Che può essere gettato via come zavorra/ come sacchi di sabbia da un pallone libero./ Strato dopo strato, epidermide, mesenchima e derma/ Fibre, muscoli, tendini, carne/ Capillari, vene, vene, tessuto adiposo, tratti nervosi.
Midollo osseo, ossa... E dove o cosa resta?”
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