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Doppio De Niro in salsa "Quei Bravi Ragazzi" per il nuovo film di Levinson

  • di SIMONE MERCURIO
  • 26 mar
  • Tempo di lettura: 2 min


Barry Levinson torna a raccontare la mafia italoamericana con "The Alto Knights", un film in pieno stile "Quei bravi ragazzi", ma con un respiro più ampio e didascalico rispetto al capolavoro di Scorsese. De Niro, in una prova attoriale superlativa, interpreta due figure chiave della malavita newyorkese degli anni '20: Vito Genovese e Frank Costello. Due facce e due vci differenti. Lo stesso Levinson ha dichiarato che aveva la sensazione di lavorare con due attori differenti. Le scene in cui i due boss sono insieme seduti al tavolo di un caffè (ovviamente girate in tempi differenti e poi "magicamente" montate insieme) sono magistrali.

Il lungometraggio - basato sull'evento reale di un tentato "colpo di Stato" del boss Costello che diede inizio a una guerra tra bande nella New York degli anni Cinquanta - ripercorre la nascita di Cosa Nostra negli Stati Uniti, in un'epoca in cui il proibizionismo alimentava il contrabbando di alcol e la violenza tra bande rivali. Levinson non risparmia dettagli crudi e realistici, immergendoci in un mondo di corruzione, omicidi e lotte di potere.

La voce narrante di De Niro/Costello (il boss "buono") ci guida attraverso questo affresco storico, con un tono a tratti quasi documentaristico. Il film non si limita a raccontare le gesta dei gangster, ma offre anche uno spaccato sociale dell'epoca, con riferimenti alla difficile integrazione degli immigrati italiani e alla diffusa corruzione delle istituzioni.


La scelta di affidare a De Niro il doppio ruolo di Genovese e Costello si rivela vincente. L'attore riesce a dare vita a due personaggi distinti e complessi, con sfumature psicologiche diverse. Genovese è un uomo violento e ambizioso, mentre Costello è un calcolatore astuto e pragmatico.

L'idea di De Niro che interpreta due figure potenti della mafia nello stesso film, può far pensare a un escamotage narrativo. Tuttavia, Levinson non cade nella trappola del sensazionalismo, ma utilizza questo espediente per esplorare le diverse facce del potere mafioso.



"The Alto Knights" è un film ambizioso e ben realizzato, che non teme di prendersi il suo tempo per raccontare una storia complessa. Alcuni critici hanno lamentato un eccesso di spiegazioni e una certa lentezza nella narrazione. Tuttavia, la cura nella ricostruzione storica e la forza delle interpretazioni rendono il film avvincente e coinvolgente.

Levinson riesce a evitare i cliché del genere gangster, offrendo uno sguardo lucido e disincantato di Cosa Nostra negli Usa. Il film non celebra i criminali, ma ne mostra la brutalità e la disumanità.

La chicca del film è indubbiamente l'ennesima prova istrionica del grande De Niro, anche se la domanda che girava sarcastica tra i vari addetti ai lavori dopo l'anteprima stampa del film è stata: "Ma Joe Pesci aveva rifiutato la parte?". Perché il ruolo "storto" e sopra le righe di Vito Genovese sarebbe stato perfetto per il grande attore italoamericano. Ma, parafrasando un celebre spot degli anni 90, "Du De Niro is megl che uan". No?




 
 
 

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