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  • di SIMONE MERCURIO

Accordi (e disaccordi): SIAE e SOUNDREEF firmano il patto. In barba a piccole radio e artisti i


"Per tutte le proposte musicali che ci inviate ci servirebbe sapere se si tratta di artisti SIAE, perchè da ora in poi passeremo SOLO ARTISTI SIAE".

E' questo l'incipit delle email che noi di Indieland Radio stiamo inviando a chi ci propone la propria musica da mandare in onda o ospitare attraverso il nostro programma in onda su tutto il territorio nazionale.

Uffici stampa, management, etichette e artisti che fino ad oggi avevamo invitato a proporci la loro musica per provare a mandare in onda qualcosa di diverso e "oltre i soliti giri" della musica passata dai grandi network commerciali, sono avvisati del filtro che - a malincuore -verrà fatto da noi, e molto probabilmente da tante altre emittenti o format, podcast non commerciali, amatoriali e non a scopo di lucro o fatte da cooperative, associazioni culturali, centri sociali o singoli amanti e appassionati di musica.

Secondo le nuove normative, infatti, e in seguito agli accordi tra SIAE, Soundreef e altre società di collecting musicale, da adesso in poi le emittenti che vogliono passare artisti non SIAE dovranno iscriversi e pagare a parte la quota di iscrizione a queste, da sommare a quella dovuta alla SIAE.

Sono in arrivo, infatti, dalle nuove società di collecting "non SIAE" (Soundreef, Itsright etc) inviti (intimazioni) a pagare una quota annuale per iscriversi e poter mandare in onda i loro artisti o, in alternativa, di toglierli dalla programmazione musicale.

Sinceramente, per tutte le emittenti che non sono nè network nè radio commerciali, pensiamo sia sufficiente pagare la SIAE ed avere licenza SCF (Società Consortile Fonografici per Azioni), ovvero la licenza che offre l’opportunità di utilizzare legalmente le registrazioni originali di oltre 400 case discografiche consentendo di arricchire il palinsesto delle varie emittenti radiotelevisive con musica di qualità (oltre 20 milioni di brani a catalogo).

Pubblichiamo di seguito il link della notizia dell'accordo pubblicata ieri dal sito del MEI- Meeting Etichette Indipendenti di cui Indieland Radio è partner:

"SIAE riconosce che gli utilizzatori di musica italiani dovranno perfezionare una licenza integrativa a quella di SIAE anche con LEA (anche per conto di Soundreef ltd) ove l’utilizzatore suonasse repertorio di quest’ultima e che quindi il pagamento della licenza SIAE non è più esaustivo rispetto all’utilizzo di musica" recita la parte dell'accordo che più interessa le emittenti radiotelevisive.

A seguito dell’intervenuta liberalizzazione del mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore SIAE, SOUNDREEF LTD e LEA comunicano di aver raggiunto un accordo finalizzato a definire tutte le controversie in essere tra le parti e a prevenire l’insorgerne di ulteriori. "L’accordo mira, fermo restando il rapporto di concorrenza tra le parti - viene spiegato - a garantire il buon funzionamento del mercato nell’interesse innanzitutto dei titolari dei diritti d’autore nonché degli utilizzatori".

Eravamo contenti della fine del monopolio SIAE e dell'introduzione di nuove società di collecting per i diritti d'autore anche in Italia, ma - come spesso accade nel nostro Paese - queste nuove norme vengono messe in atto senza un discrimine, senza diversificare e dirimere tra emittente e emittente, tra testata e testata.

Semplicemente, magari, in base alla effettiva mission, commerciale o ludico, in base al fatturato effettivo e allo scopo di lucro o meno delle diverse realtà radiotelevisive italiane.

Ci appare infatti ovvio che una o più cifra annuali in più da pagare per la messa in onda di artisti o brani "non SIAE" potrà essere irrilevante a livello economico per i fatturati dei grandi network commerciali nazionali, per i grossi gruppi editoriali pubblici o privati. La cosa è molto diversa, invece, per le tante, le miriadi di webradio (o webtv) amatoriali, indipendenti e non a scopo di lucro, e per le tante emittenti radio locali fm che pian piano stanno chiudendo sui nostri territori.

Emittenti anche storiche, tante anche blasonate, che già in virtù dei tagli dei fondi indiscriminati all'editoria "un tanto al chilo" sono morenti sul nostro territorio nazionale.


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