top of page
  • di ELENA GIAMMARTINI

The Pink Floyd Exhibition, Their Mortal Remains. Un'immersione totale nella storia del rock.


Un'immersione totale nel leggendario mondo dei Pink Floyd, nella loro musica, nella loro immaginario visionario, nel loro genio? Ecco a Roma - dopo il grandissimo successo ottenuto al Victoria and Albert Museum di Londra dove ha debuttato - l'imperdibile mostra The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains al MACRO dal 19 gennaio fino al 1° luglio 2018

L'ideazione dell'esposizione è a firma del leggendario grafico Storm Thorgerson, (colui che creò molte delle splendide cover dei dischi della band) e sviluppata da Aubrey ‘Po’ Powell dello studio Hipgnosis, che ha lavorato in stretta collaborazione con Nick Mason, leggendario batterista della band e consulente della mostra per conto dei Pink Floyd. ​

Mason ha presentato la mostra nella Capitale insieme a Roger Waters: «Roger l'ha vista per la prima volta qui a Roma - ha dichiarato il batterista in un'intervista a Il Messaggero - Io sono più avvezzo, l'ho vista almeno 50 volte eppure scopro sempre cose nuove.

Sfogliamo il nostro album di foto e, vedendo ciò che abbiamo fatto al completo, tutto sembra più premeditato - afferma. In realtà procedevamo per tentativi, a volte confusi, altre con un pizzico di fortuna. Le nostre trasformazioni e movimenti non furono così rapidi. La mostra ci rende più intelligenti e scaltri di quanto non fossimo davvero!». Un percorso espositivo pensato per celebrare il cinquantesimo anniversario della pubblicazione del primo singolo della band Arnold Layne , brano scritto dall'indimenticato genio folle di Syd Barret (cui è dedicata tutta una parte iniziale della mostra con interviste inedite degli altri componenti della band) e pubblicato nel marzo del 1967.

La mostra ripercorre in ordine cronologico la carriera del gruppo a partire dai primi anni in cui erano parte della nascente cultura psichedelica nella Londra della metà degli anni '60 con Barrett che dirigeva e influenzava la band. Dal suo estro nasceranno i primi due dischi dei Floyd: "The Piper at the Gates of Dawn" del 1967 e "A Saucerful of Secrets" del 1968.

Un percorso quello della mostra che è didascalico e che arriva fino al recente disco del 2014 uscito un pò a sorpresa ( "The Endless River") che commemorava la scomparsa del tastierista Richard Wright. Attraverso una lunga sfilza di immagini, suoni e materiali che richiamano capolavori assoluti la storia della band si passa inevitabilmente attraverso la separazione delle strade tra David Gilmour e Roger Waters. Dopo "The Final Cut" del 1983, nel 1987 esce "A Momentary Lapse of Reason" primo disco dei Floyd orfani del genio creativo di Waters autore di opere concettuali come "The Wall", "Dark Side of The Moon" e "The Animals", e con Gilmour che prende le redini della formazione.

Un'immersione totale, dunque, emozionante ed emozionale, un viaggio dei sensi, avvolgente dove il visitatore si trova a vivere una vera e propria esperienza multimediale resa possibile grazie alla tecnologia, passando per attraverso gli innovativi effetti speciali nei live della band, la sperimentazione sonora, le immagini potenti e gli immancabili riferimenti e una sensibilità sociale e politica mai sopita nella band.

Ci si muove nello spazio espositivo con le cuffie Sennheiser al collo collegate a un GPS che aziona l'audio esatto in corrispondenza del video che si sta osservando.

Un labirinto espositivo ricco di pannelli, videowall, foto, cimeli originali della band, gli schizzi originali di videoclip come quelli del brano Time, e poi strumenti musicali da collezione, parti degli allestimenti scenici, la divisa in pelle indossata da Waters per il tour "The Wall" ma anche video in cui i componenti della band raccontano la nascita di album come “Ummagumma” e “Atom Heart Mother”. Scopriamo la geniale follia di una band all'avanguardia sia per i suoni che per la sperimentazione totale dei suoi suoni, sin dagli esordi. Non una "normale" rockband ma una sorta di macchina musicale capace di grandi jam come di overture orchestrali, rock e sinfoniche al tempo stesso.

Passo dopo passo si arriva all'ultimo disco da studio del 1994 "The Division Bell" prima del recente celebrativo per terminare dopo poi a stendersi nella grande sala finale dove si proietta l'iltima reunion della band al gran completo ad Hyde Park per il Live Aid nel 2005. Wright scomparirà nel 2008.

Nel dettaglio e tra le emozioni e le tante esperienze della mostra, da sottolineare lo spazio dedicato anche alle performance italiane: da quella leggendaria del Piper nel 1968 alle sessioni di registrazione negli studi a Roma per la colonna sonora del film "Zabriskie Point" di Michelangelo Antonioni nel 1969, fino a "Live in Pompeii" nel 1971 - film-documentario-concerto diretto da Adrian Mabene - e al grande concerto dei Floyd "gilmouriani" sulla laguna di Venezia nel 1989.

Esperienza unica per chi scrive è stata entrare nella sala completamente buia ed illuminata solo dalla scomposizione della luce e dalla proiezione tridimensionale di un ologramma della piramide di "The Dark Side of The Moon" e travolta dalle note del disco e dall'urlo di The Great Gig in the Sky


L'arpeggio di chitarra che introduce Wish You Were Here fa da introduzione alla sala dedicata all'album, ennesimo capolavoro del quartetto con il riff celeberrimo del brano omonimo firmato dalla chitarra di Gilmour che comprende perle come Shine On You Crazy Diamond brano dedicato a Syd che durante le registrazioni del disco si presentò negli Abbey Road Studios dove stavano registrando. Chicca della mostra è una foto "rubata" dell'irriconoscibile Barrett tra i cimeli, e poi lettere, appunti di testo su pagine di quaderni.

Sulla parete la gigantografia della celebre copertina con i due uomini d’affari che si stringono la mano, andando a fuoco.

D’impatto anche per i non esperti del settore e i non musicisti, la sala con esposti gli strumenti musicali. La "Black Strat" di David Gilmour (la sua Fender Stratocaster preferita), un organo Hammond suonato da Richard Wright, pelli di tamburo magnificamente dipinte usate da Nick Mason e una chitarra Ovation a 12 corde suonata da Roger Waters: veri e propri gioielli!

La sala dedicata a “The Wall” e a “Animals” è la più spettacolare dal punto di vista dell'impatto visivo. Ricrea un surreale ambiente in cui musica e politica, arte e vita reale si fondono: i gonfiabili che riscostruiscono i noti mostri del video e del live “The Wall”, dal pupazzo del professore gonfiabile fino ad Algie il maiale di “Animals” che nella cover del disco vola sopra la Battersea Power Station a Londra che da centrale elettrica prossimanente diventerà una delle sedi europee della Apple.

The Pink Floyd Exhibition è una mostra atipica ed innovativa, ricca di effetti tecnici spettacolari e per la prima volta utilizzati nei nostri musei, ma soprattutto è un viaggio nella musica e nella storia degli ultimi 50 anni: attraverso l’arte e le forti sensazioni che le note e i testi della band suscitano, è possibile ripercorrere anche la storia di questa Europa, di un’intera generazione che ha vissuto con le canzoni della band. Canzoni, o meglio opere d’arte, immense ed eterne che ancora suscitano brividi, ispirazione per chi le ha vissute e per chi ha imparato a conoscerle successivamente.

Un'attività musicale che i tre reduci ancora tengono in piedi, ciascuno con i propri progetti solisti.

A precisa domanda di prossime eventuali reunion della band Nick Mason ha risposto: "La vedo difficile. Roger non mi sembra disponibile. Io continuerò a occuparmi delle nostre masterizzazioni e quest'anno tornerò a suonare nei club il repertorio dei primissimi Floyd" .

Dopo il successo delle date oltreoceano Roger Waters invece arriverà in Europa col suo "Us+Them Tour", ad aprile e a luglio. A Milano (17 e 18 aprile), a Bologna (21,22, 24 e 24 aprile) e due imperdibili date estive alle Mura Storiche di Lucca (11 luglio) e al Circo Massimo di Roma (14 luglio). Gilmour invece, dopo la strepitosa riproposizione di "Live at Pompeii" e l'uscita del film-evento al momento è fermo, ma news le potete trovare qui.

E per chi avesse dubbi se andare o meno alla mostra per paura di rimanerne deluso, o perché costa troppo (22 euro) o per altre assurde motivazioni e scusanti una sola parola e un solo consiglio: non perdetela. Le suggestioni, le emozioni e i messaggi di capolavori come "Confortably Numb", "Money", "Wish You Were Here", "The Wall" e altre pietre miliari del rock continueranno, anche grazie a questa imperdibile mostra, a "brillare in cielo come diamanti".


bottom of page