top of page
  • di ELENA GIAMMARTINI

"Il Premio" di Gassman un bel roadmovie con Proietti e la Foglietta, pensando a papà Vitto


Dal 6 Dicembre è nelle sale “Il Premio”, film scritto, diretto e interpretato da Alessandro Gassmann, sulle scene accompagnato da un intenso Gigi Proietti, oltre che da Anna Foglietta e Rocco Papaleo, ormai conferme della nostra cinematografia.

Il film è un vero e proprio road movie che, tra sarcasmo e malinconia, racconta la storia di una famiglia decisamente particolare.

Giovanni Passamonte (Gigi Proietti) è uno scrittore di grande successo, che, vinto il Nobel per la letteratura, decide di andarlo a ritirare in auto a causa della sua fobia per gli aerei.

Giovanni sarebbe dovuto partire solo con il suo fido assistente Rinaldo (Rocco Papaleo), ma per una serie di eventi finiscono per unirsi al viaggio due dei suoi numerosi figli: Oreste (Alessandro Gassmann) personal trainer poco colto ma forse, tra tutti, quello con maggiore affettività in questa sgangherata famiglia, e Lucrezia (Anna Foglietta) una stravagante blogger egocentrica, a tratti superba ma in realtà profondamente insicura.

Il lungo viaggio sarà sia un percorso a tappe attraverso l’Europa e sia nelle loro vite stesse, che permettera’ ai protagonisti di ritrovarsi e conoscersi meglio tra di loro, forse anche imparando davvero a rispettarsi e a volersi sinceramente bene.

Un viaggio che permette al pubblico di scoprire luoghi meravigliosi, come le Alpi austriache, la Baviera, Copenaghen e la Svezia; ma nello stesso tempo permetterà anche allo spettatore di attraversare l’anima dei protagonisti: ognuno di loro con manie, debolezze, contraddizioni e paure ma anche con una grande necessità di amare ed essere amati da questo padre cinico e distaccato.

Giovanni è un uomo dalla vita esagerata con molte ex mogli e molti figli, sparsi per il mondo e pressocchè con un rapporto inesistente con ognuno di loro; addirittura, a tratti, Giovanni quasi sembra divertirsi nel mettere i suoi figli in difficoltà e uno contro l’altro.

Oreste e Lucrezia, sono i suoi figli maggiori e tra di loro condividono solo lo stesso disagio nei confronti di questo uomo tanto famoso e ingombrante, oltretutto manifestandolo in modo diverso: Oreste è un uomo semplice ma con la dignità di non voler chiedere nulla a questo padre tanto ricco quanto distante. Lucrezia ricerca l’approvazione di Giovanni mimando sicurezza, ma venendo puntualmente sminuita dal cinico genitore.

Per non tralasciare Rinaldo: assistente, autista, amico, confidente ma anche vittima delle stranezze del burbero scrittore. Rinaldo pare aver rinunciato alla sua vita e ai suoi amori pur di stare accanto a Giovanni..ma nel momento in cui potrebbe ritornare a cio’ che aveva lasciato 20 anni prima, la sua reazione è inaspettata.

Nel corso del viaggio pero’ anche Giovanni, si svela più umano: la lunga deviazione per rivedere i boschi in cui trascorreva le proprie estati con il proprio padre da bambino , la confessione di non avere più nulla da dire, nulla da provare e da dare con la scrittura, la tenerezza davanti alla giovane cantante Britta (una originale Giulia De Angelis) che pare incantarlo come una sirena in quel di Christiania, il rivivere i ricordi dei migliori 6 mesi della sua via nell’ ex comune degli anni ’70 ; lo rendono umano sia agli occhi dello spettatore che, soprattutto, a quello dei suoi accompagnatori.

Questo viaggio cosi organizzato e le sue reazioni fanno scoprire l’uomo e la sua storia.

Ma il cinismo e il distacco di Giovanni, la sua anaffettività e la sua aridità sono causa e frutto della propria depressione e questo lungo percorso dal sapore malinconico, potrebbe quasi essere un viaggio che porta alla meta estrema..

Il film è un dichiarato omaggio di Alessandro Gassmann al padre Vittorio, descritto dallo stesso regista come un uomo dal carattere istrionico e affetto da una depressione profonda: amato dalle donne ma incapace di amarne veramente una, con quattro figli avuti ognuno da una donna diversa.

Lo stesso Gassmann , più volte racconto’ del suo rapporto privilegiato quanto contrastante con questo padre ingombrante e questo film ha quasi il sapore di un percorso di rinascita e di riscoperta per lo stesso Alessandro.

Dunque, il ” lavoro” introspettivo di Gassmann risulta egregio oltrechè coraggioso, poichè riesce a descrivere con leggerezza un rapporto familiare e una storia tanto complesse quanto personali, anche con la difficoltà tecnica di girare un road movie.

Piacevole “scoperta” è anche Gigi Proietti, noto comico e mattatore e storico amico del grande Vittorio, che per la prima volta si cimenta in un ruolo diverso: quello di un uomo tormentato e dalla cinica ironia, lontano dai personaggi solari e positivi cui ci ha sempre abituato, ma con un immutato carisma.

Vi sono almeno due momenti in cui l’inquadratura del volto e degli occhi di Gigi /Giovanni, permettono di comprendere tutto il mondo di questo uomo, senza necessità di parole.

Pecca del film potrebbe essere la stesura a sei mani della sceneggiatura, firmata Gassmann, Bruno, Lupo: in alcuni punti, infatti, si evidenziano i rifacimenti della sceneggiatura, come nella grottesca scena del prefinale, o alcuni momenti di farsa troppo lunghi: a volte dire meno è dire meglio.

Al contrario, il finale con il discorso della premiazione di Giovanni, risulta essere una toccante dichiarazione d’amore alla vita e ai figli, fatta forse per la prima volta e in un momento cosi’ solenne: perché in fondo nella vita è un attimo prima di cadere che ti accorgi che puoi volare in alto con l’aiuto di chi ti e’ accanto…ma che non hai avuto occhi e cuore per vedere prima.

Chicca per gli amanti della musica indie ed emergente: Wrongonyou - all’anagrafe Marco Zitelli - cantautore romano emergente ma non troppo, fa qui il suo esordio anche come attore nel film di Alessandro Gassman per il quale ha anche composto il singolo “Shoulders” nella colonna sonora. In basso il video del brano:


bottom of page