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di ELENA GIAMMARTINI

Divertirsi con l'arte. Ecco "Enjoy" al Chiostro del Bramante, per grandi e piccini fin


Dal 23 Settembre al 25 Febbraio 2018 il Chiostro del Bramante ospita l’originale mostra Enjoy- L’arte incontra il divertimento. Mai titolo fu più indovinato. Chi scrive si è, infatti, concessa di visitare la mostra in compagnia del piccolo nipote, un bimbo vivacissimo di 9 anni, ed entrambe siamo rimasti molto colpiti: il Chiostro ospita una serie di opere d’arte contemporanee adatte a tutte le età, grandi e piccini si ritrovano con lo stesso entusiasmo interagendo tra di loro e con le installazioni, opere uniche ed inedite, in una atmosfera coinvolgente e surreale fin dall'inizio del percorso. Ogni sala ricrea ambienti unici e spettacolari. Il visitatore si trova a percorrere una sorta di sentiero che potrebbe mimare le suggestioni del mitico racconto di Alice nel paese delle meraviglie: un evergreen anch'esso, adatto e con messaggi sia per adulti che per i più piccoli.

Già l’attesa per fare il biglietto è particolare: il chiostro è stato completamente trasformato ed è letteralmente fiorita una installazione interamente dipinta a mano che ricopre tutta la pavimentazione.

E’ possibile anche passeggiarvi sopra e, paradossalmente, calpestare le tavole di questa meravigliosa opera d’arte, la rende ancora più fruibile e vivibile, sembra quasi di immersi in essa. Si entra dunque nella prima sala: una stanza completamente al buio illuminata solo da un vortice di fiori di ogni foggia e dimensione ad opera di Mat Collishaw. Si tratta di una struttura che ruota quasi ipnotizzando gli increduli spettatori: si tratta di un ologramma o di fluorescenze reali? Lo scopre solo il visitatore più attento.

Si prosegue fino ad arrivare al labirinto infinito di specchi di Leandro Erlich: un percorso che vede collaborare spontaneamente tutti gli spettatori, uniti dall'unico scopo di arrivare alla fine e proseguire la visita. Inutile dire che i più bravi sono i bambini che agili e curiosi riescono ad arrivare al “traguardo” per primi. Si apre dunque un corridoio con una serie di istallazioni ludico-concettuali di Martin Creed, in un ambiente sempre avvolto dall'oscurità che ne mette in risalto la particolarità e la grandezza o, come nel caso delle sfere oculari che letteralmente osservano i visitatori di Tony Oursler , fino ad arrivare ai giochi di luce di TeamLab.

Si prosegue al piano superiore, salendo delle scale ‘sonore’ (a voi scoprirne il perché..), passando tra gigantesche opere raffiguranti corpi deformati, mobili, accessori con cui il visitatore può interagire tornando un po’ bambino. Sedendo sull'immensa poltrona a pois fino quasi a scomparirvi dentro, giocando nella “stanza dell’ubriaco” fino ad entrare in una stanza piena di palloncini rossi: un vero e proprio bagno catartico per grandi e piccini attraverso il quale si annullano differenze generazionali e culturali.

E' infatti davvero impossibile resistere e non lasciarsi andare. Una mostra quella al Chiostro del Bramante davvero sorprendente: sicuramente uno dei modi migliori per avvicinare i bambini alla cultura e all'arte, riunire le famiglie e far trovare anche a noi adulti, sempre presi dalla frenesia della vita quotidiana e dal grigiore della contemporaneità, il coraggio di riscoprirsi un po’ fanciulli, lasciandosi andare al gioco e alla sorpresa come, appunto, una “novella Alice" confusa e affascinata in un surreale mondo delle meraviglie”.

“La dimensione del piacere, del gioco, del divertimento, dell’eccesso – ha affermato Danilo Eccher, curatore della mostra – sono sempre state componenti centrali dell’Arte; l’Arte sprofonda nel dolore ma si nutre di piaceri ed è sempre una danza di contrasti. L’illusione è una trasparenza che deforma la realtà, un’apparenza sottile dove tutto è possibile, suggerendo ora il dubbio dell’enigma, ora il sorriso della sorpresa”.

Il consiglio è quello di visitare, come abbiamo fatto noi, di visitare la mostra in compagnia di un bambino. Vedere nei sui occhi lo stupore e il divertimento, l’interesse per le opere e l’interazione continua con i visitatori che erano con noi, hanno reso quella giornata speciale. Abbiamo scoperto che anche semplici oggetti quotidiani possono essere trasformati in qualcosa di speciale perché, come diceva Paul Klee, “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”.

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