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Spring Attitude sempre meglio. Roma ha finalmente il suo festival di musica "oltre i soliti giri"

di LEONARDO PRIZZI e SIMONE MERCURIO

Elettronica ovvio, ma anche pop d’autore a tratti per qualcuno hyper-pop, e ancora jazz e r&b, funk, tecno e suoni “clandestini” e totalmente apolidi in questa dodicesima edizione dello Spring Attitude che si è svolta lo scorso weekend nei Cinecittà Studios di Roma.

Due palchi per 22 ore totali di musica, in cui si sono alternati oltre 20 progetti musicali per una affluenza di oltre 15 mila persone nei celeberrimi studi cinematografici capitolini, ancora una volta location prescelta per l’evento che si dimostra ottima e strategica.


In scena Verdena, Moderat, Peggy Gou, Chloé Caillet, Bud Spencer Blues Explotion, Acid Arab, Lucio Corsi, Tutti Fenomeni, Meg, Anna Carol, Bluem, Studio Murena, Marco Fracasia, Ibisco, Maria Chiara Argirò e molti altri che non hanno deluso. Tutti nomi in gran parte poco o per nulla conosciuti al grande pubblico. Nomi di caratura internazionale e progetti musicali italiani di qualità eccelsa e ricercata per chi ama la buona musica e guarda all'arte e alla musica con orizzonti ben più ampi delle piccole isole nazionalpopolari.

Un festival moderno, dunque, e finalmente degno di una grande Capitale europea che cresce anno dopo anno e che quest’anno dalla lineup alla scelta del posto ha convinto chi


non si accontenta dei concertoni fatti di greatest hits coi loro (finti) soldout che hanno invaso in tutti luoghi e in tutti i laghi (cit.) l’Italia questa estate.

Un enorme sforzo organizzativo quello della squadra dello Spring Attitude che dopo i buoni risultati della precedente edizione ha nuovamente scelto Cinecittà.



Un posto davvero bello con due palchi che alternando le performances dei vari artisti hanno consentito un susseguirsi continuo di musica praticamente senza interruzioni che ricorda festival europei come il Primavera Sound o il Sonar di Barcellona.

A livello meramente logistico (cosa da non sottovalutare viste le esperienze di quest’estate in festival assolutamente non facili da raggiungere, soprattutto a Roma, vedi Ostia Antica) la limitrofa fermata della metropolitana ha consentito al pubblico di raggiungere l’evento senza uso del mezzo privato, rendendo tutto molto comodo soprattutto per le criticità del traffico di Roma nel weekend. Ovviamente, come in tutti i grandi eventi, le criticità, sebbene l’enorme dispiego di mezzi e di risorse umane, ci sono state soprattutto per cibo e bevande, i tempi erano molto lunghi, e anche prendere una semplice bottiglia d’acqua ha richiesto tempi piuttosto lunghi.



Ma andiamo alla musica grande protagonista dela due-giorni capitolina. Una line-up davvero eterogenea, e il mix di generi è una scelta da una parte strategica per attirare maggiori quantità di pubblico, da una parte mette in evidenza un elemento che inevitabilmente premia le sonorità elettroniche, verso le quali l'audience era decisamente più orientata forse per abitudine vista la matrice del festival, con il livelli di euforia che sono cresciuti di gran lunga dalla esibizione sabato notte degli Acid Arab per continuare con gli ipnotici set di Chloé Caillet e della sudcoreana Peggy Gou.



Sui palchi prima di loro veterani del rock italico come i Verdena con l’attesa tappa del loro tour, ancora gli esplosivi Bud Spencer Blues Explosion di Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio che dopo ben cinque anni di silenzio discografico presentano a Roma Insynthesi il loro nuovo singolo preludio del nuovo album Next big niente in arrivo il 27 ottobre per La Tempesta Dischi.




Domenica da sottolineare l’atteso live romano di Lucio Corsi il bianconiglio della musica italiana, attitudine glam rock e pop d’autore, favolistico ed etereo, Lucio è un artista poliedrico e giovanissimo, mingherlino che si muove musicalmente tra David Bowie, Guccini e Ivan Graziani ma che è anche fortissimamente se stesso.

Da sottolineare le esibisioni anche dei Moderat, una delle principali attrazioni di questa edizione 2023. Il supergruppo formato da Apparat e MODESELEKTORha fatto un supershow. I Moderat sono un’anomalia del sistema musica, un’entità che abbraccia diversi universi non riconoscendosi in nessuno, ma riuscendo a esprimerli con grande sensibilità


Piccola nota di “colore” per finire è la notevole presenza di pubblico femminile alle due serate, decisamente in maggioranza, molto probabilmente più attento alle nuove tendenze così ben rappresentate in questo evento davvero superlativo.

Due giorni di pura musica sotto il cielo di Roma, insomma, negli spazi di #Cinecittà.

Uno Spring Attitude Festival è cresciuto così come il pubblico di appassionati, una kermesse che si è aperta ancora di più nei suoni e nella sperimentazione oltre gli steccati di genere rispetto agli scorsi anni. Senza perdere però la propria unicità (e il coraggio) di proporre artisti, suoni e musica nuova alternativa, di qualità e oltre i soliti giri.














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