IL "SOLITO" SOLIDO CLINT EASTWOOD
- di SIMONE MERCURIO
- 14 nov 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Termina con un incrocio di sguardi questo nuovo e forse ultimo film di Clint Eastwood.
E no, non è uno spoiler.
Un'opera per la quale esci dalla sala soddisfatto e "pieno" per aver assistito all'ennesimo solido lungometraggio dell'ormai mitologico regista e attore
94 anni suonati e una maestria stilistica, una capacità di raccontare le storie senza orpelli, eccessi di stile, di parole. Solo la storia, la sua morale, gli sguardi, le parole non dette che spesso pesano e sono più importanti di quelle pronunciate.
"Pioveva e ho colpito qualcosa...”

Il leggendario regista Clint Eastwood torna a dirigere il suo 42° film, “Giurato numero 2”,
avvincente dramma e thriller psicologico ambientato in una delle arene più familiari e spesso intimidatorie della società, l'aula di tribunale. Il film, che vede Nicholas Hoult nel ruolo principale al fianco di Toni Collette sia sullo schermo che durante il processo, presenta l'ultimo dilemma morale mentre cerca la giustizia e la ricerca della verità di fronte all'umanità, il tutto ponendo la domanda:
Cosa faresti tu?
“Giurato Numero 2” segue le vicende del giovane Justin Kemp (Hoult) quasi papà con la moglie incinta gli ultimi mesi di gravidanza che presta servizio come giurato durante un importante processo per omicidio.
Nel corso dell'udienza, però, colpo di scena, Kemp si rende conto che probabilmente è stato lui a uccidere inconsapevolmente la vittima, investita da un'auto in corsa, ma pensando fosse un cervo.
L'uomo si ritroverà così alle prese con un dilemma morale, sconvolto, ma non intenzionato a dire la verità, Kemp cercherà in ogni modo di salvare l'imputato.
“Penso che alle persone piacerà - ha dichiarato Eastwood - è un film che io vorrei vedere. Guarda con attenzione alla zona grigia, a tutto ciò che accade tra il bianco e il nero della vita quotidiana, e si spera che vi faccia pensare a cosa fareste voi nei suoi panni”.

"Nicholas Hoult (prossimo Superman al cinema - ndr) e la splendida Toni Collette che interpreta a procuratrice nel processo, sono stati entrambi dei grandi protagonisti - dice ancora l'ottuagenario regista - Nick è quello che penso sia una star del cinema. Mi ha veramente impressionato. Ha dato al suo personaggio diverse sfaccettature nel film.
Ho pensato che Toni Collette sarebbe stata fantastica nel ruolo del nostro procuratore.
Ha una grande presenza scenica e ha dato davvero molto del suo al personaggio. Sono felice di averla scelta perché è una persona con cui volevo lavorare da tempo. È così versatile e si è rivelata perfetta per noi”.
Il solito solido film di Eastwood dunque, perfetto, preciso, senza sbavature stilistiche, senza ortodossie ed eccessi per una sceneggiatura che mette in scena una giuria che è la rappresentazione plastica dell'America di oggi con le sue contraddizioni, follie e spaccature.
Clint Eastwood da repubblicano di ferro (trumpiano?) qual è, non giustifica nel film le sbavature linguistiche e le violenze verbali di un America che ha riportato alla Casa Bianca il tycoon.
Una magnifica contraddizione che possiamo capire e superare, glissandola, solo a questo meraviglioso uomo di cinema che continua a stupirci.
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