Poche e preziose sono le date di questo spettacolo delicato e allegro, decisamente diverso rispetto alle commedie a cui siamo abituati ad assistere.
E sì, perché nessuno rimane impassibile durante le due ore di Up & Down, andato in scenda il 6 novembre e previsto anche per il 26 novembre 2018, al teatro Brancaccio di Roma.
Si comincia con le luci che si abbassano e delle voci dietro le quinte; poi, a tutto volume, sulle note de Lo stato sociale, palloni gialli volano sulla sala, perché proprio la leggerezza è la chiave di tutto.
Inizia così, con una sferzata di energia, questo spettacolo irruente e irriverente che, partendo da un canovaccio ben studiato, prosegue per improvvisazioni di attori sul palco e gente selezionata dal pubblico, tra una platea “partecipe” continuamente coinvolta nel copione.
A coordinare tutto e tutti lui, il “bambino vivace” Paolo Ruffini, attore di grande talento e fiato interminabile, che riesce ad approcciare la disabilità in una modalità così semplice e spontanea che già soltanto per questo merita la lode.
Senza pietismo né commiserazione, Paolo va in scena con un ragazzo autistico e cinque ragazzi con la Sindrome di Down, guidato esclusivamente dalla voglia di costruire qualcosa con loro, aperto ad ogni possibile percorso possa aprirsi in una simile scena.
Gli attori speciali fanno parte della compagnia teatrale livornese Mayor Von Frinzius, nata nel 1997 e composta da 97 attori, di cui la metà sono persone con disabilità.
E, mentre il celebre comico dichiara di voler svolgere il suo One man show in cui ci parlerà di “Relazioni”, loro si avvicendano sul palco come disturbatori del progetto teatrale.
Nascono gag, litigi, esibizioni, interazioni, in cui l’ironia è molto presente.
Più volte si smontano preconcetti, si utilizza la parola “normale” con sarcasmo, il vocabolo “abile” con i suoi mille significati, le parole “up” e “down” con entusiasmo, perché ognuno di noi attraversa dei periodi di up (su) e di down (giù).
Paolo Ruffini è sorprendente nel passare dalle battute alle riflessioni; tanto per citarne una, si afferma che su una cosa siamo tutti uguali: siamo tutti diversi!
Gli spettatori sono euforici, si commuovono, ragionano, si lasciano trasportare da emozioni esclusivamente positive perché, dice Ruffini, la Bontà, così poco citata al giorno d’oggi, sconvolge più di qualsiasi altro concetto.
Frizzante, entusiasmante, caloroso, è questo spettacolo, così come il largo abbraccio che ci regala e che ci portiamo dentro con piacere, per affrontare meglio un lungo inverno.