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  • di ELENA GIAMMARTINI

A CASA TUTTI BENE - La famiglia: un punto di partenza, di fuga o di ritorno?


Il nuovo film di Gabriele Muccino segna il suo ritorno in Italia dopo i tanti film di grande successo che lo hanno visto lavorare in US, ed il suo rientro è decisamente in grande stile a partire dall’importante cast nostrano scelto dal regista.

La storia si ambienta in una piccola isola dell’Italia centrale (il film è stato girato interamente in una splendida Ischia: volutamente resa anonima dall’autore) che pare essere silente protagonista della storia: un luogo da cui è impossibile scappare e si è costretti ad affrontare quello che abbiamo intorno e dentro di noi.

I meravigliosi spettacoli naturali che l’isola propone con i suoi tramonti, la natura lussureggiante, il mare ma anche con le tempeste e le bufere di vento, ben si accompagnano alla trama e alle vite di questa grande e caotica famiglia: la bellezza e la violenza della natura si mischiano con le contraddizioni e le emotività di queste anime turbolente.

Il film vuole mettere in evidenza quanto sia complesso convivere ed amare nonostante tutto e tutti, quanti compromessi, quanti modi diversi di essere esistano e come spesso sia difficile mostrarli e farli accettare anche a chi è più vicino.

I personaggi si trovano sull’isola per festeggiare il cinquantesimo anniversario di nozze di Pietro (Ivano Marescotti) ed Alba (Stefania Sandrelli), ma quello che doveva essere un felice pranzo si trasforma in una lunga convivenza forzata a causa di una tempesta che impedisce il rientro sulla terraferma.

Fin dall’inizio si colgono a ben vedere, le differenze e le malcelate tensioni tra alcuni dei protagonisti, ma le difficili condizioni di sopravvivenza slatentizzano ed esasperano tutto.

I tre figli della coppia Carlo (Pierfrancesco Favino), Sara (Sabrina Impacciatore) e Paolo (Stefano Accorsi) sono inquieti ed irrisolti, come giustamente mette in luce una preoccupata Stefania Sandrelli confidandosi con il marito che freddamente chiude il discorso: “ce la faranno come ce l’abbiamo fatta noi“.

Ma sarà vero? Con quali segreti e quali compromessi Pietro ed Alba sono arrivati a festeggiare le nozze d’oro?

E la chiave è proprio questa: chi riuscirà a trovare il proprio centro?

Carlo (Favino) si affanna per tenere unite le sue due famiglie: con una ex moglie (Valeria Solarino) apparentemente discreta ma molto presente nel cuore e nella mente ed una nuova donna (Carolina Crescentini) insicura ed ansiosa, che compete costantemente con il suo passato.

Carlo cerca essere il punto fermo delle due famiglie ed ammette che non puo’ permettersi di fallire ancora, nonostante le evidenti difficoltà: “solo i romantici si permettono il lusso di riprovarci, perché sperano che la volta dopo vada meglio”. Ma la sua tenacia da sola potrebbe non essere sufficiente.

Paolo (Stefano Accorsi) è un eterno Peter Pan a 42 anni: vita da artista, un figlio che non vede da 2 anni e un matrimonio fallito, vive e subisce il clichè della pecora nera. Ricerca forse una normalità che non gli è propria, ma che gli ‘altri’ vorrebbero da lui…ma le vite normali non esistono, come lo rassicura la dolcissima madre: proprio lei che ,apparentemente ha vissuto una vita tradizionale dedicata alla famiglia, rassicura questo inquieto figlio con la sua discreta presenza e il suo immenso amore.

Paolo, si infatua di una lontana cugina, Isabella (Elena Chico): ospite anche lei sull’isola e già primo amore dell’uomo. I due si ritrovano nelle loro fragilità, con le loro vite confuse e non convenzionali, e mentre tutto sembra implodere, dal caos nasce forse un nuovo amore…un po’ di serenità.

Sara (Sabrina Impacciatore) è sposata con Diego (Giampaolo Morelli): apparentemente un matrimonio sereno con un bambino e un ristorante di famiglia da mandare avanti, insieme a padre e fratello. Ma Sara non vede o meglio non vuole vedere, quello che tutti o quasi sanno: Diego ha una vita parallela da anni, le sta vicino per affetto e convenzione.

Il loro rapporto è logoro e ambiguo: Sara si rifiuta di sentire cio’ che Diego le sta per dire, addirittura pensa a un nuovo figlio ostinandosi di non guardare dritto negli occhi un marito stanco e disilluso, vivendo in un passato che non esiste più.

Diego vive da anni senza neanche nascondersi troppo un altro amore, tenta addirittura una buffa fuga dall’isola, ma al contempo non ha il coraggio di lasciare tutto e confessare apertamente quando la realtà inevitabilmente rompe ogni ipocrisia, nel modo più violento e imbarazzante.

Riccardo (GianMarco Tognazzi) e Luana (Giulia Michelini) sono rispettivamente il nipote di Pietro e la sua compagna. Hanno enormi difficoltà economiche e un bambino in arrivo. Riccardo è pero’ una testa calda, sopportato a stento dai suoi. Uno scapestrato con un grande cuore e una grande sincerità: tre elementi che non pagano. Sicuramente non in una famiglia dove l’ipocrisia e l’equilibrio devono vincere sempre.

Luana è come lui, ma con la forza e la sfrontatezza tipica di chi non ha più nulla da perdere: ha paura per questo bambino che sta per nascere, non ha timore di rivendicare la verità a questi sconosciuti parenti acquisiti; è lei che nel momento più buio della tormenta fa scoppiare la tempesta emotiva in casa.

Sull’isola sono presenti anche il fratello di Riccardo, Sandro (Massimo Ghini) e sua moglie Beatrice (Claudia Gerini): Sandro è malato di Alzheimer seppure poco più che cinquantenne e questo è ignoto ai più. La forzata convivenza costringe la coppia a mettere in evidenza le debolezze e le fragilità che la malattia porta con se’.

Beatrice è una donna bellissima e giovane, con già un passato ingombrante: la malattia e le amnesie del dolcissimo marito la mettono alla prova fino a indurirla e fiaccarla.

La storia della coppia regala uno dei momenti più intensi e commoventi del film: Sandro ,in un tenerissimo momento di lucidità, si rende conto delle rinunce e dei sacrifici che Beatrice sta vivendo; la memoria che svanisce sta cancellando l’amore e la vita…forse allontanarsi fisicamente permetterà loro di ritrovarsi, per continuare ad affrontare questo impegnativo ed ignoto futuro.

I personaggi sono tutti ugualmente protagonisti e gli attori tutti perfettamente in parte, con storie forti che si intrecciano tra di loro. Purtroppo, alcuni rimangono più in secondo piano per motivi forse dettati dai tagli della sceneggiatura, ma si intuisce quanto avrebbero da dire: basti pensare alla sorella di Pietro, Maria, una intensa e misteriosa Sandra Milo. La silenziosa Elettra (ex moglie di Carlo). Tenerissimi e tesi al futuro Anna (rispettivamente la figlia di Carlo) ed Edoardo (il suo migliore amico).

Il difetto di questo film è forse questo: voler raccontare troppe storie, finendo per penalizzarne alcune. Oltre alla consueta tecnica mucciniana che vede momenti di isteria collettiva che, seppure consoni alle situazioni, rendono a volte difficile seguire la trama.

“A casa tutti bene” è pero’, un vero spaccato della famiglia dei giorni nostri, ma anche dell’effetto che le ‘opportunità’ del nostro tempo hanno creato alla nostra generazione: la libertà, la confusione..

Ritroviamo quanto di più comune si possa rivivere intorno a noi: la famiglia, i rapporti con gli affetti più cari che inevitabilmente si modificano nel tempo, i clichè che accompagnano ognuno di noi e questa sensazione di immutabilità nonostante tutto cambi …

Troviamo amori che finiscono, la malattia con la sua fragilità e la vergogna, la vecchiaia, la rassegnazione e la malinconia, la paura per il futuro, ma anche l’aspettativa di avere un domani migliore e poter coltivare i propri sogni.

Troviamo l’ansia e la paura di cambiare, la rabbia e la frustrazione, la gioia di un nuovo amore che va contro ogni convenzione.

Il messaggio finale è ambiguo e non necessariamente negativo nei confronti della famiglia: piuttosto è un messaggio realistico e attuale.

E’ anche un messaggio di amore: l’amore pieno di aspettative degli adolescenti Anna ed Edoardo, l’amore anticonvenzionale ed inatteso di Paolo e Isabella, l’amore che lotta contro ogni disagio come quello di Riccardo e Luana e di Sandro e Beatrice.

Tutto cambia: bisogna solo saperlo riconoscere ed accettare, per poi decidere se negare questo cambiamento o cercare un nuovo equilibrio e magari una nuova vita, anche attraversando tempeste e dolori.


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